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ecco perché selezionare senza un sistema oggettivo può riservarti brutte sorprese

Aggiornamento: 24 apr 2020

“Mi sei piaciuto dal primo momento che ti ho visto. Poi ho capito perché" (cit.)

Sai come ci formiamo un impressione delle persone che incontriamo per la prima volta?

Gli studi di psicologia sociale hanno messo in luce come fin dal primo istante di conoscenza vengono messi in atto processi psicologici volti a costruire una rappresentazione della persona che abbiamo di fronte. Alcuni di questi processi sono consapevoli altri sono al di fuori della nostra volontà Proprio la rappresentazione che abbiamo costruito fungerà da modello per decidere cosa aspettarci da questa persona, cosa è opportuno dire e cosa no, se la saluteremo con un abbraccio o una stretta di mano, se esprimeremo apertamente le nostre opinioni o le terremo per noi Così come avviene per i sistemi che ci permettono di orientarci e muoverci in un ambiente fisico che andiamo scoprendo, così il sistema che ci orienta nel mondo sociale deve velocemente permetterci di operare nei contesti relazionali

Normalmente siamo così impegnati che il nostro sistema cognitivo distribuisce strategicamente tutte le risorse di elaborazione di cui disponiamo tra i vari compiti in cui siamo impegnati.


Così per esempio da un lato leggo questa pagina e dall' altro sento i rumori che vengono dall'esterno.

Questo fa sì che si manifesti frequentemente quello che viene definito “errore fondamentale di attribuzione” (Heider 1958; Jones e Harris 1967; Ross, 1977)

Cioè quando incontriamo per la prima volta una persona, tendiamo ad interpretare ogni suo comportamento come la manifestazione di sue caratteristiche personali, piuttosto che come determinato dalla situazione in cui la stessa persona si trova: così pensiamo che una persona onesta non farà mai un torto a nessuno, una persona avara cercherà sempre di accumulare denaro.

Facendoci guidare da scorciatoie di pensiero per sprecare meno energia mentale possibile, utilizziamo conoscenze schematiche di tipo generale per rappresentare persone ed eventi e così rischiamo di non riuscire più a modificare la prima impressione che di una persona ci siamo fatti. Tipico di queste strutture è infatti la tendenza a ricordare solo l' informazione congruente con lo schema stesso, quindi che confermano la mia idea iniziale.

Per cui dalla prima impressione prevedo quello che la persona farà: se osservando la persona di fronte a me che utilizza con parsimonia il denaro decido che è un avaro, ogni suo gesto sarà da me letto come una manifestazione della sua tendenza ad essere tirchio Salvo scoprire poi che magari si tratta di un amministratore pubblico che maneggia con cura i soldi dei contribuenti!

Secondo il modello di giudizio sociale basato sugli esemplari (Smith e Zarate, 1992) , poi, la variabile cruciale nella formazione di impressioni di una persona incontrata per la prima volta è la somiglianza con individui incontrati nel passato


Ogni persona che noi incontriamo lascia infatti una traccia nella nostra memoria. E quindi da adulti manteniamo in memoria il ricordo di un vasto numero di persone che abbiamo conosciuto, non solo realmente ma anche attraverso la carta stampata o i mass media.


Queste tracce mnestiche vengono definiti Modelli.


Così se ci capita di incontrare una persona per la prima volta che somiglia fisicamente o nei modi di fare a qualcuno che in passato abbiamo apprezzato, è molto probabile che la prima impressione che ci formeremo di lei sarà molto positiva, che le aspettative di un interazione con lei saranno altrettanto positive e che quindi ci attiveremo per passare del tempo in sua compagnia.

(Boca, Bocchiaro, Scaffidi Abbate,2003)


Le implicazioni di tutto questo per le attività di selezione sono evidentemente di una portata per nulla non trascurabile.


L'errore che ho sperimentato essere il più importante in sede di selezione, non è quello di scartare candidati validi, ma quello di inserire la persona sbagliata!


Spesso la decisione di assumere o meno un candidato si basa su valutazioni di preferenza formulate a seguito di un breve colloquio conoscitivo e qualche prova pratica per testare le competenze tecniche.


Ma sei ancora sicuro che adottare un metodo oggettivo per selezionare le persone sia superfluo?


Un sistema che ti permetta di misurare le competenze comportamentali della persona, ovvero le sue abitudini, ti consente di superare la fallacia del tuo sistema percettivo e commettere meno errori di valutazione!



 
 
 

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Dott.ssa Elisabetta Di Salvo

Iscritta all'ordine degli Psicologi Regione Sicilia n.5341 Sezione A

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